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192 l’educazione


dava sempre a pescarlo nelle sue reminiscenze. Tutto gli serviva: memorie d’infanzia, aneddoti di collegio, prime impressioni, ogni cosa nella sua fantasia e sotto la sua penna prendeva consistenza di racconto. Ed a me pure, ricordandomi di questo metodo, era venuto in mente di tessere un romanzo intorno alla psiche abbastanza complicata di una certa ragazza di mia conoscenza, ma...

Basta, non le voglio ridire tutte le ragioni che mi fecero abbandonare l’idea del romanzo; prima perchè dovrei contrariare non poco le sue illusioni ottimiste sulla particolare ventura di chi scrive romanzi, mostrarle quale ricerca affannosa di pensiero, quale attività di immagina-