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148 il poeta


viceversa poi, è lui il padrone della casa mia; ordina e dirige le riparazioni, semina i fiori, taglia gli alberi e solo per estrema bontà mi ha permesso di aprire un’altra finestra nella camera dove dormo. Essa (la bestia), si corica a’ miei piedi, fa da guardia, mi avverte quando arriva qualcuno e raccoglie il mio fazzoletto.

«La mia casa, cioè la nostra casa, non abbonda di comodo e di superfluità; ma guarda tutta la valle, è battuta dal sole e gli uccelli la prediligono per venire a farvi il nido. Desidererei che fosse un po’ più ombreggiata, e a questo proposito contavo di farvi piantare attorno un bo-