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132 il poeta


col piccolo cortile mal lastricato dove spuntava l’erba, ma tutto aperto sulla valle come un terrazzo e pieno di sole.

Gli sembrava che le sue memorie e i suoi rimpianti, le sue speranze svanite, i suoi pazzi sogni di gloria, tutta la poesia morta del passato avrebbe trovato lassù un asilo di religiosa quiete.

E per questo aveva accettato subito quando gli proposero di comperare per una tenuissima somma la casina bianca del vasaio. Firmò il contratto e sborsò i denari senza averla neppure visitata. Gli erano bastate le finestre verdi, il tralcio di vite e il cortile che egli si proponeva di tramutare in un giardino delle Esperidi.