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anima sola. 85

ridere io non lo vedevo. Io vedevo un essere prigioniero di un altro a lui superiore e il simbolo vinceva la forma; la materialità svaniva sotto l’irruenza dell’ideale.

Questa visione, evocata da così misero apparecchio, trovava nella mia mente degli sfondi a perdita d’occhio, un seguito di scene ardenti e spirituali ad un tempo, tutta una fantasmagoria di desideri latenti, di pensieri incompleti, di febbri, di scoramenti, di ricerche, di attese, di strane chiaroveggenze, involte e quasi inceppate da profonde tenebre, per cui mi succedeva di avere la parola tronca, lo sguardo vitreo, le mani sudate e gelate nello stesso momento, un vero stato di eccitazione nervosa non nuovo in me, che la mia povera zia dichiarava proveniente dai vermi e che sotto il suo regime mi veniva curato invariabilmente con una dose di santonina.