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persuasa di avere in me una parente; ma per le sue facoltà molto limitate, per indolenza, per ignoranza, non si era mai data la briga di annunciarmi queste mistero della mia nascita; ed era tanto meschino l’ambiente che mi circondava, basso e soffocante ogni prorompimento di ideale, che io stessa non avevo mai sentito il bisogno di sapere di più.

La morte della povera donna mi svegliò come da un sogno pesante e torbido, senonchè prima dei sogni c’è la vita, ed in me invece la vita era stata il sogno stesso.

Chi ero? dove andavo? Che cosa avrei fatto? Ponete questi tre problemi davanti ad una fanciulla di quattordici anni, sola nel mondo. La prima notte, piansi; la seconda, non piansi, ma non dormii. Alla mattina per tempo seguii il feretro della sconosciuta che aveva diviso con me il