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anima sola. 63


bianchezza carnea eppur diafana, che colorandosi poi di un pallido lilla, si aprivano leggieri sopra un calice allungato di una grazia squisitissima. Stavano i nobili fiori così l’uno accanto all’altro, protetti dalla densa ombra ramificante, ed a me sembravano aristocratiche dame fuggite a ripararsi sotto quella tenda, oppure dolci e malinconici poeti schivi della folla, radunati in un posto dove nessuno li avrebbe osservati nè côlti.

Io, la tentazione di coglierli, la scacciai come una brutalità. Lieve, lieve, sembrandomi quasi di disturbarli mi inginocchiai dapprima e mi lasciai scivolare fino ad essere tutta lunga distesa nell’erba con la faccia vicina ad essi, guardandoli; guardandoli solamente.

Appartenevano dunque ad un’altra razza di fiori? Avevano bisogno per schiudersi della solitudine, una solitudine per-