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anima sola. 49


perchè io non ho bisogno di nessuno dovrò ritenermi senza cuore?

Vi fu tempo in cui piangevo per ogni infelice che si trova nel mondo: se vedevo passare un funerale, se un uomo era lacero e nudo sotto il freddo, se un bambino era battuto; ed anche per un cavallo che cadeva sotto il peso della bara; ed anche, sì anche questo, per l’albero che i monelli prendono a sassate e i di cui rami si staccano gemendo come menbra recise.

Un giorno una barella dell’ospedale mi passò accanto recando un muratore caduto da un ponte; non si vedeva, nascosto dalle tende di tela bianca, ma si udivano i suoi lamenti fiochi, rauchi, quasi non più umani. Dovetti appoggiarmi al muro per non cadere e non so immaginarmi quale maggior compassione potrei provare di quella che allora