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con la punta dell’ombrellino, nè me ne rammaricai — mi parve anzi una liberazione. Credo di non aver dato nessun segno esterno di sensibilità, per quanto ogni memoria strappata dal cuore lasci una ferita, e conobbi fin da allora la vostra straordinaria finezza. Con un accento e uno sguardo che non vi aveva visti ancora, mormoraste piano, in una tonalità affettuosa che contrastava col timbro dominatore della vostra voce: — Spero di non averle fatto dispiacere. Ad ogni modo resteremo amici?...

Il velo misterioso dei vostri occhi si sollevò e mi parve di sprofondare i miei in un cielo radiosamente azzurro. Come ci comprendemmo in quel momento! Due o tre volte appena, nei tempi che seguirono, vidi nelle vostre pupille e nell’iride abitualmente fosca che le circonda, questo improvviso e rapido sfolgorio, come