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stampato il suggello della sovranità e tutte le linee del vostro volto improntate a una distinzione di razza che mai non falla. Pochi istanti prima mi avevate detto che era vostra intenzione di percorrere l’Italia senza alcun limite di tempo e di luogo; eravate dunque libero e ricco, oltre che nobile ed intellettuale. Una breve vita senza lotte, abbellita dai migliori sorrisi della fortuna, vi aveva condotto al possesso pieno e completo dei vostri diritti d’uomo superiore.

Ed ancora, dopo queste riflessioni si fece un silenzio fra noi due. Calava la sera. L’umidità degli alberi mi faceva pensare con raccapriccio ai giorni della mia infanzia trascorsi in un tugurio, accanto ad una vecchia ignorante, fra persone la cui bontà rudimentale non scusava a’ miei occhi l’invincibile volgarità; al pezzo di pane che mi davano ed al-