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anima sola. 221


Delle mie prime letture ricordo la leggenda di una fata condannata a vivere sempre sola in uno splendido palazzo. Tutte le bellezze dell’arte lo adornavano e la natura pure vi era penetrata con giardini ampî e maravigliosi; tuttavia la fata sentiva qualche volta il desiderio di un’altra sè stessa, l’istinto naturale dell’amore le faceva sospirare un essere fatto a sua immagine e somiglianza, per il quale essere bella. Così l’anima mia sospira nei suoi momenti di debolezza. Ma ciò non deve essere. Non solo cogli infimi, nemmeno coi simili, nemmeno coi superiori dobbiamo cercare quale ideale massimo la fusione delle anime. Un’anima che si fonde con un’altra anima si appaga e finisce la sua missione. Lo scopo deve essere ben più alto.

Voi mi diceste: (Lawrance, vi parlo ora nella nudità del mio cuore spoglio