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anima sola. 219

l’assoluto. Finchè non mi si darà questo, continuerò a credere che il primo dovere dell’uomo è la ricerca, l’ascesa lenta ma ferma e libera.

Poichè in teoria tutto è ideale e in pratica niente lo è, amare e coltivare la nostra anima sarà il tempo meglio impiegato per ciascuno e per tutti. È un errore chiedere agli altri la nostra felicità. Il corso della felicità superiore va piuttosto da noi agli altri.

Quale piacere fisico non stanca? È pur bello che sia così; l’eternità del piacere è dovuta allo spirito e lo spirito siamo noi. Due occhi, due mani, due piedi, una bocca per mangiare, delle orecchie per udire, chi al mondo non possiede tutto ciò e chi non si riunisce in questi attributi per accrescere il proprio diletto?

Ma che cosa c’è di comune fra codesti diletti e il diletto nostro? Esiste