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che egli aveva colti per me e mi posi lentamente a fogliarli sopra il suo capo.

Caddero così spezzati nell’aria della notte petali di gelsomini, fogliuzze di rose, ramicelli di timo e di maggiorana, caddero alcune foglie del geranio d’Africa, lasciando nell’umida atmosfera una striscia di profumo acuto, e Stello sempre colle braccia alzate, ne era tutto innondato come da una pioggia.

Quello fu il nostro ultimo saluto.


Rinuncia


E quando è che si ama davvero? Molte volte, nelle sere de’ miei maggiori trionfi, davanti al teatro gremito di gente che pendeva dal mio labbro, che palpitava con me e per me in quel fremito