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anima sola. 163

della luna come nel raggio di una pupilla cara e sciolsi finalmente le mie lagrime.

Di lì a un poco, asciugandomi gli occhi e fermandoli sul piccolo giardino sottoposto alla finestra, mi parve di vedere un’ombra coricata sull’erba; il cuore mi prese a battere disordinatamente e per un moto istintivo tesi le braccia.

L’ombra allora balzando in piedi alzò le sue verso di me. Preghiera, saluto, desiderî impossibili, che cosa significava quella muta adorazione? Io non lo so, ma il cuore mi batteva più violentemente ancora mentre una specie di morsa sembrava trattenerlo. Parlare ci era impossibile. Io avevo già sentito la mia compagna voltarsi e rivoltarsi nel letto e temevo che si svegliasse.

Era necessario chiudere la finestra, ma prima presi una manciata dei fiori