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parole mie, delle quali non riuscii mai ad essere padrona, ma con le parole degli uomini d’ingegno, dei poeti, degli eroi. Finalmente avrei potuto gridare per odio e per amore, alzare un inno a tutti i miei ideali; essere a volta a volta pura, altera, ardente, sottomessa, implacabile; Denise e Fedora, Ofelia e Margherita.

Ve la immaginate questa gioia di dire davanti a migliaia di persone: vile ai vili? e di poter piangere alto, forte, senza offendere il nostro pudore, senza tradire il nostro segreto, sentendo che migliaia di cuori piangono insieme al nostro? Ebbene, credete a chi lo sa, è una gioia sovrumana.

Io ho sempre recitata La visita di nozze mettendovi del mio sangue; pensate che a molti questo gioiello di lagrime piace come commedia allegra e se non piace per i suoi frizzi è un fia-