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anima sola. 107

era abbandonata e derisa per potermi unire al coro degli indifferenti che l’acclamano ora in omaggio alla moda e con un catalogo in mano.

Già due o tre giorni innanzi i miei protettori avevano lette coscenziosamente riviste e libri d’arte per rammentare fino a qual punto dovevano entusiasmarsi per Donatello piuttosto che per Luca della Robbia, per Holbein o per Alberto Durer, e si erano ben penetrati dello stile dei quattrocentisti onde non confonderli coi loro successori; perciò davanti ad ogni quadro o statuetta, prima ancora di guardarli, si informavano del nome dell’autore. L’asterisco sul catalogo era necessario perchè potessero riscaldarsi, ma una volta riscaldati filavano al pari di locomotive senza mai uscire dal binario. Essi dicevano: Un Raffaello, che meraviglia! Un Dolci, un