principio del secolo aveva imposto ai mobili ed agli arredi io mi ero attaccata con una passione cieca di bimba ai frammenti della grande arte antica. Relegato fra i rottami, c’era in casa di mia zia un cofanetto di ferro battuto coperto di ruggine e di velluto sbiadito, rôso agli angoli, colla serratura sconquassata e con due piedi invece di quattro — i due piedi posteriori — così che se ne stava tutto umile in attitudine prostrata quasi chiedendo la grazia di lasciarlo vivere; e quel cofanetto ebbe da me un lungo tributo di ammirazione, di desiderio, di pensieri fantastici e soavi, di leggende strane, amorose, palpitanti. Mi sembrava bellissimo, mentre tutti lo chiamavano brutto; e trovavo pure interessante un Agnus Dei che mia zia ebbe da una parente monaca, che doveva essere molto vecchio col suo raso