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sfacelo della grande idea che quella rovina mi rappresentava, in confronto alla compassione che sentivo per la casa abbandonata, con tutti i tesori d’anima che conteneva, quei ritratti, quelle vesti, quei ricami lunghi e pazienti, quei cofani chiusi, quei mobili così muti e così eloquenti nella loro dignitosa tristezza di cose morte. Mi strinse sopratutto il cuore una cornicina contenente il ritratto del duca bambino. Era un disegno a chiaroscuro, fatto dalla madre stessa, e portava sotto questo verso scritto con mano leggera e tremante: “Amor ti fece e qui ti pinse Amore.„ Che cosa immaginare di più delicato? e che cosa c’era di più maliconico in mezzo a quelle rovine?

Fin da piccina, quando il gusto è ancora istinto, e in un tempo in cui dominava lo stile sciatto e freddo che il