bellezza non è assoluta, nè la mia salute è intangibile, nè la mia intelligenza è genio, nè la mia elevatezza è perfezione. Ma se riuscissi ad essere così, mi pare che avrei la felicità — io nella perfezione e nella onnipotenza — cioè nella possibilità di diffondere il massimo bene e di accrescere il numero dei felici. Non è questo lo scopo più alto della vita?
· | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · |
Improvvisamente mi decisi per il teatro. Non potrebbe essere la mia strada per consolare, per far del bene? Forse che lo possono e lo debbono tutti allo stesso modo o non piuttosto ognuno secondo i propri mezzi? Dare un pezzo di pane è più meritorio e più proficuo che dare un raggio, un palpito, un sorriso? Nutrire il corpo è compito superiore al nutrire l’anima? Quando spezzo le divine ebbrezze dell’arte a un