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76 | addio! |
Ero sola davanti a quella agonia.
Due vecchi domestici singhiozzavano nella camera vicina e il vento della notte, sibilando tra le aperte finestre, doveva ripeterne agli echi del castello le melanconiche cadenze.
Il medico, obbligato ad accorrere altrove, ci aveva lasciati, ma ritornò verso le quattro del mattino.
L’infermo era peggiorato — non c’era quasi più polso; coi primi raggi del sole spirò.
Dopo qualche ora giunse il colonnello, a cavallo, tutto coperto di polvere.
Appena mi vide comprese che ero orfana; io non potei profferire una parola. Quando mi tese le braccia piangendo, quando il suo cuore leale si posò sovra il mio per consolarmi, perdetti completamente i sensi.
L’ultimo pensiero che balenò nella mia mente, lo ricordo come fosse adesso — fu un desiderio infinito di morire; chiusi gli occhi sperando di non riaprirli più.
Ma la morte sarebbe troppo dolce cosa se venisse quando è invocata.