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48 addio!


ricominciò subito a parlare per proprio conto di mille nonnulla e terminò proponendo una passeggiata in giardino.

La situazione era disposta in modo che io non potevo sfuggire il marchese, poichè il cavaliere d’obbligo della principessa era mio marito e mio padre non abbandonava mai la poltrona.

Andammo dunque in giardino.

Tutte le mie premure furono volte allo scopo di restare uniti, generalizzando la conversazione; ma la principessa, umore vagabondo e bizzarro, pieno di leggerezze giovanili e di capricci, esclamò dopo qualche tempo:

— Spero, contessa, che non sarete gelosa e vi stancherete alla fine di fare la guardia a vostro marito. Dico questo, perchè vedo laggiù una panchina romantica, dove c’è posto solamente per due..... mi sederei volentieri.

Io non la conobbi giovane, ma dev’essere stata una donnina incantevole, se anche adesso coi capelli bianchi, ha tanta ricchezza di grazia e di spirito.

Sorrisi al suo scherzo, e, per quanto mi