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addio! | 23 |
Compresi allora tutto ciò che si diceva su quello sguardo e perchè lo chiamavano magnetico.
La nostra conversazione per sè stessa non avea nulla d’importante, ma gli occhi del marchese parlavano un linguaggio diverso della sua bocca, ed era un linguaggio che parlava stranamente ai sensi.
Per sottrarmi al fascino cercai una frase:
— Signore, se qualche cosa mi può far perdonare dell’abuso che faccio della vostra gentilezza è il pensiero che vi associo ad un’opera buona.
— Dimenticate, contessa, il lato migliore per me.
Si interruppe — mi guardò — le sue pallide guancie si accesero d’un riflesso purpureo.
Mi alzai col pretesto di rimettere a posto le cortine.
Egli pure si alzò.
Vi fu un momento di confusione, fugacissimo, perocchè mi affrettai a stendergli la mano.
— Quando potrò sapere l’esito sicuro?
— Dipende dal ministro, ma io sarò ben