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18 | addio! |
— Attilio, sai? un duello fra il sottotenente B*** e l’avvocato F***.
— Sì, per cagione di sua moglie; — ebbe luogo stamattina.
— Possibile? — dopo un anno di matrimonio!
— Eppure è così. Da oltre un mese la signora F*** aveva secreti abboccamenti col giovane ufficiale; non si sapeva nulla della tresca condotta con somma prudenza; ma un biglietto smarrito, credo, o il destino che si diverte a tessere e ad imbrogliare intrighi, svelò tutto.
— È orribile. Ingannare un marito così onesto, così degno di stima come l’avvocato, — e per quell’antipatico B***! E poi fossero anche le parti invertite, antipatico il marito e l’amante pieno di meriti, non scemerebbe punto la colpa.
— La società, mia cara Valeria, non è tanto rigida: perdona volentieri o almeno dimentica questi peccati color di rosa; — si ammettono le circostanze attenuanti, l’occasione, i nervi, il fascino irresistibile...
— Ah! no, Attilio, è un’infamia. Non può