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4 | addio! |
Impaziente di cimentarmi nelle lotte di cui la mia giovanile baldanza mi mostrava facile il trionfo, entrai nel mondo a fronte alta e sicura; il nome di mio padre m’era solo usbergo, la severità de’ miei principî, arma infallibile; ed io la inalberai in atto di sfida.
Come l’Eva senza peccato, mostrava orgogliosamente il mio cuore nudo, ignaro delle insidie.
Non era coraggio il mio — era temerità. Il pericolo di una caduta non si presentava neppure al mio cuore battagliero, avido di emozioni.
Aveva vent’anni, e credeva che il dovere bastasse a riempire tutta una vita.
Il mio corpo sano e vigoroso non conosceva mollezze. L’aria libera dei campi, le cavalcate, il lavoro, le letture serie e istruttive, poca musica, il disegno e le lunghe chiacchierate con mio padre erano tutte le gioie, tutti i piaceri della mia giovinezza.
Non aveva amiche.
Qualche volta mio padre mi conduceva in città; qualche altra si radunavano nelle vecchie sale del nostro castello i suoi antichi