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addio! 109


suo guanciale, baciandomi — e una lagrima dell’offeso cadeva, rugiava inconsapevole e misericordiosa, sulla povera pentita.

Egli ignorava tutto. Come avrebbe potuto il sospetto penetrare in quell’anima elevata?

Ma appunto per ciò inasprivasi il mio tormento. Mira d’onde sei caduta! gridavami l’orgoglio.

Qual amore sprezzasti! — mi sussurrava il cuore. E dov’era il compenso?

Poteva Massimo rendermi una sola delle pure gioie che gli avevo sacrificate? Ah, l’amore colpevole non rende felici — per un giorno basta l’ebbrezza, ma la vita ha bisogno di pace.

Come cacciare dalla mia mente i ricordi di una passione che un solo istante di debolezza aveva segnato con traccie roventi?.... Massimo s’interponeva fra me e il rimorso, alimentando di sorgenti meno pure le lagrime del pentimento.

I giorni passavano e il colonnello peggiorava. Il medico faceva di tutto per illudermi e mi sarei forse illusa; ma Attilio