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addio! | 91 |
Il biglietto non portava firme, ma tra una riga e l’altra io vedevo scintillare gli occhi del marchese.
Ne fui turbata immensamente.
Il fuoco tornava a sprigionarsi di sotto le ceneri con tanta cura raccolte.
Che cosa dovevo fare? Stracciai subito il foglio giurando di non rispondere, ma le parole mi si erano scolpite nella mente a caratteri di fuoco e mi bruciavano.
Rivedevo mio malgrado quegli sguardi così potentemente luminosi, quel sorriso caustico pieno di seduzioni, quel volto dove la passione sembrava adagiarsi tra pallide e morenti rose.
L’ebbrezza mi dominava. Fantasie sensuali facevano risonare al mio orecchio una musica di baci — sentivo la stretta frenetica delle sue braccia e la sua voce melodiosa susurrarmi tremando: io t’amo!
Era un inferno.
Mi dibattevo contro me stessa, accusandomi, percotendomi come un leone che si spezza il cranio alle sbarre della sua gabbia.
Chi non ha provato queste smanie furenti