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impedire quella cosa ideata da Brontu. Ah, c’è zia Bachisia che è pronta come un avvoltoio sulla preda.

— Povero Costantino, povero agnello, cosa hanno fatto di te? — continuava l’altro, senza dare ascolto a Giacobbe.

Allora il servo s’adirò: la sua voce risonò aspra in quel gran silenzio rosso, nella solitudine protetta dai fichi e dalle siepi selvatiche.

— Gli hanno fatto un corno! Perchè non mi date ascolto, vecchia immondezza? Bisogna andar là, subito. La giovine è allegra, è rossa, e alla prima proposta cade come una mela matura; ma non è cattiva di cuore e se voi la predisponete bene, se le fate intendere il suo dovere, forse si eviterà il guaio. Andate; andate alla forca! muovetevi, fate miracoli se è vero che siete un santo come dicono gli scimuniti.

— Ah! Ah! Ah! — esclamò tre volte il vecchio, e si alzò in piedi. La sua alta figura, coperta di stracci eppure maestosa, si delineò nell’aria rossa, in quello sfondo di piante selvatiche, di orizzonte solitario, come quella d’un vecchio eremita.

— Andrò, andrò! — disse sospirando. E Giacobbe si sentì cadere un peso dal cuore.

Allora i due uomini cominciarono la loro opera misericordiosa verso il condannato lontano; ma avevano da lottare contro tre forze unite e attive e contro la passività di Giovanna. Le tre

Deledda. Naufraghi in porto. 6