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solo in carcere, ma neppure colpito da una contravvenzione; tuttavia domandò con voce timida:

— Diventi matto? che hai, perchè parli così? che ti ho fatto io?

Allora Brontu cominciò a lamentarsi, come se gli facesse male qualche membro, e disse che amava Giovanna come un pazzo, e che aveva sempre pregato il diavolo perchè Costantino venisse condannato.

— Si pigli pure la mia anima, il diavolo, non mi importa nulla, tanto io non credo a lui! — disse poi; e rise con un riso stridente più triste del pianto di poco prima. — Io sposerò Giovanna.

Giacobbe si meravigliò, ma dimostrò una meraviglia ancor maggiore di quella che realmente provava.

— Io sono come un uomo affogato! — disse. — Come, perchè, cosa vuol dire tutto ciò? Come tu puoi sposare Giovanna?

— Farà divorzio, ecco tutto. Ebbene? Ci sarà una legge che alle donne il cui marito è condannato a molti anni di reclusione, permetterà di riprendere marito.

Giacobbe aveva già sentito parlare di questa legge, e per non mostrarsi stupido disse:

— Ah, sì, lo so. Ma è peccato mortale. Giovanna non vorrà.

— È questo che mi affligge, Giacobbe Dejas! Vuoi tu parlargliene? Sì, domani.

— Sì, proprio domani! Come sei stupido, Brontu Dejas. Sei ricco ma sei stupido come