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— Tu non sei buona cristiana; questi sono gli insegnamenti di Bachisia Era...

Zia Bachisia, che vedeva di mal occhio il pescatore, e temeva sempre che egli le lasciasse in casa dei brutti insetti, si volse adirata, e stava per ingiuriarlo, quando entrò un altro uomo, poi una donna, poi altri uomini ancora.

In breve la casetta fu piena di gente, e Giovanna, sebbene si sentisse stanca anche di piangere, credette suo dovere di singhiozzare e strillare disperatamente.

Zia Bachisia aspettava la ricca vicina, ma la ricca vicina non venne: venne invece Giacobbe Dejas, quel tal servo che doveva contrattare con zia Martina: era un allegro uomo sulla cinquantina, basso e scarno, sbarbato, senza sopracciglia e senza capelli, con due piccoli occhi obliqui molto furbi e d’un colore incerto tra il verde e il giallo. Da venti anni servo di Basilio Ledda, aveva testimoniato in favore di Costantino raccontando i maltrattamenti che Basilio usava al nipote, e come il vecchio avaro, che malmenava anche i servi e le donne, il giorno prima di morire avesse bastonato e preso a calci lui, Giacobbe Dejas.

— Malthina Dejas ti aspetta, — gli disse zia Bachisia. — Va.

— Che il diavolo le scortichi il naso, io ci andrò, — rispose Giacobbe, — ma ho paura di cadere dalla padella nella brace. Essa è avara più di quanto lo fosse colui.