Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 154 — |
bene quando si è vecchi? Allora non si gode più nulla.
— Eh, no, anima mia, — disse l’altra, con occhi furbi, verdi come due lucciole di notte. — Io godrei bene anche adesso. Eh, eh, star senza far nulla; mangiare carne arrosto, pane molle, trote, anguille; bere vino bianco e rosolio e cioccolata....
— Finitela! — gridò Giovanna con spasimo; e raccontò come non aveva trovato nulla da soddisfare la sua indicibile brama.
— Abbi pazienza: è causa del tuo stato: anche se tu trovassi le cose più buone del mondo ed i liquori che beve il re non ti sentiresti soddisfatta.
Giovanna guardava sempre verso il portico, con occhi tristi e con la bocca piena di disgusto.
— Stanotte pioverà, — ripetè la madre.
— Lasciate che piova, dunque.
— Brontu tornerà?
— Sì, tornerà; e stasera glielo voglio dire; ah, sì, glielo voglio dire.
— Che gli vuoi dire tu, anima mia?
— Gli voglio dire che non ne posso più, che se mi ha preso per fargli la serva e null’altro, si è ingannato, e che.... e che....
— Tu non gli dirai niente! — esclamò con energia la vecchia. — Lascialo in pace; anche lui lavora, anche lui vive come un servo; perchè vuoi tormentarlo? Egli potrebbe cacciarti via, sposare un’altra donna. Abbi pazienza, finchè