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se era vero ciò che tutti affermavano: il matrimonio del «dottore» con la nipote.
I Porru si guardarono l’uno con l’altro, e risero, piano piano.
Paolo guardò la fanciulla, e disse con ironia non del tutto allegra:
— Eh no! Ella sposerà l’illustrissimo signor sottoprefetto.
Grazia sollevò e riabbassò rapidamente il viso; si videro i suoi occhi lampeggiare e la sua fronte arrossire. — È vecchio! — disse Minnia. — Io lo conosco, sì; passeggia sempre davanti alla stazione. Ih! ha una lunga barba rossa. E il cilindro.
— Ah, anche il cilindro?
— Sì, il cilindro: è vedovo.
— Tu, sta zitta, — disse energicamente la fanciulla, volgendosi alla sorella.
— No, io non sto zitta! Eppoi è anche un massone: egli non battezzerà i figli, non sposerà in chiesa. No, è così! In chiesa non ti sposerà.
— La signorina è bene informata! — disse zio Efes Maria, sempre pulito.
E allora zia Porredda, che ascoltava intenta, e che aveva a stento rattenuto un grido alla parola «massone», agitò le braccia e proruppe: — Sì, un massone! Sì, di quelli che pregano il demonio; sì, in fede mia, mia nipote sarebbe disposta a prenderselo lo stesso! perchè è ricco! Siamo tutti in perdizione. Ebbene, Gra-
Deledda. Naufraghi in porto | 9 |