Pagina:Naufraghi in porto.djvu/135


— 129 —

se era vero ciò che tutti affermavano: il matrimonio del «dottore» con la nipote.

I Porru si guardarono l’uno con l’altro, e risero, piano piano.

Paolo guardò la fanciulla, e disse con ironia non del tutto allegra:

— Eh no! Ella sposerà l’illustrissimo signor sottoprefetto.

Grazia sollevò e riabbassò rapidamente il viso; si videro i suoi occhi lampeggiare e la sua fronte arrossire. — È vecchio! — disse Minnia. — Io lo conosco, sì; passeggia sempre davanti alla stazione. Ih! ha una lunga barba rossa. E il cilindro.

— Ah, anche il cilindro?

— Sì, il cilindro: è vedovo.

— Tu, sta zitta, — disse energicamente la fanciulla, volgendosi alla sorella.

— No, io non sto zitta! Eppoi è anche un massone: egli non battezzerà i figli, non sposerà in chiesa. No, è così! In chiesa non ti sposerà.

— La signorina è bene informata! — disse zio Efes Maria, sempre pulito.

E allora zia Porredda, che ascoltava intenta, e che aveva a stento rattenuto un grido alla parola «massone», agitò le braccia e proruppe: — Sì, un massone! Sì, di quelli che pregano il demonio; sì, in fede mia, mia nipote sarebbe disposta a prenderselo lo stesso! perchè è ricco! Siamo tutti in perdizione. Ebbene, Gra-

Deledda. Naufraghi in porto 9