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più ingrassata e aveva perduto un po’ della sua aria giovanile, conservandosi però bella e fresca.
Guardava attentamente le tele e le stoffe, svolgendole e palpandole con aria preoccupata, come scontenta della scelta fatta; poi le piegava accuratamente, le avvolgeva nella carta e le metteva dentro una bisaccia.
Erano i preparativi del suo corredo, poichè, ottenuta la separazione legale da Costantino, Giovanna aveva accettato di unirsi con Brontu, il quale prometteva di trovare il modo onde sposarsi religiosamente.
Giovanna e la madre erano venute appositamente a Nuoro per incaricare l’avvocato Porru delle pratiche per un possibile divorzio, e per le compre! Il denaro l’avevano preso in prestito, in segretezza, da zia Anna Rosa Dejas, sorella di Giacobbe, una donnina che voleva molto bene a Giovanna perchè aveva aiutato zia Bachisia ad allattarla.
Era nel cuor dell’inverno; ma le due donne avevano coraggiosamente sfidato la noia del viaggio faticoso per recarsi a Nuoro e provvedersi di tela, panno, fazzoletti, stoffe.
Le nozze dovevano farsi con gran segretezza, peggio che nozze di vedova; ma ciò non importava; zia Bachisia voleva che sua figlia entrasse nella nuova casa provveduta di tutto, come una sposa giovinetta di buona famiglia.
Il paese non finiva di meravigliarsi e dì mormorare per lo scandaloso avvenimento; Gia-