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14 NARRAZIONE DI PRATO

nusini, e poi aggrandito da Federigo. Nel mezo della Piazza di questo nobilissimo Castello è una grande Statua di metallo, dieci piedi alta, che rappresenta un Rè armato, quale, secondo i Barolitani è l’Effigie di Eraclio Imperadore, e più oltre non sanno dire, come ella fosse quivi posta.

Annoverasi questo dignissimo Castello fra’ quattro, tanto dal Volgo nominati, quando dicono esser quattro Castella nell’Italia, che sono di maggior eccellenza di tutte l’altre.

E segue poi à carta 287. parlando di Fabbriano.

Più oltre, sotto i primi Colli dell’Apennino, anzi fra essi, vedesi il nobile Castello di Fabbriano, riputato per la sua nobiltà, e grandezza di edifizij, fra i primi Castelli d’Italia. Fù fatto questo Castello per esser rovinata l’antica Città Sentina da i Longobardi, che era quivi vicina sei miglia, i cui vestigij ancora si veggono. Vogliono alcuni, che Fabbriano fussi talmente nominato dal Fabbriano Giano, che era quivi da gli Antichi riverito, e adorato, e per loro maggior confermazione, che questo dimostra l’insegna del Castello, che è di Giano, col martello in mano per percuotere sopra la soggetta ancudine; sarà in libertà del prudente Lettore dar sentenza di tal cosa.

Questo Castello è bene edificato, e pieno di popolo, del quale la maggior parte sono arte-


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