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210 | nota bibliografica |
a raffaele pascoli:
Degli anni giovanili che passammo insieme, dolce fratello, vorrei nel giorno delle tue nozze evocare qualche idea, qualche imagine, qualche larva, liete; e non posso; chè nella nostra vita a letizia non apparì, nè il molto dolore fu tale che ora, a ricordarlo, torni in letizia. Abbiti per ciò questi che pur sono fiori del passato, ma non ebbero profumo e vista; i quali come richiamarti alla memoria non potranno la gioia, che non fu, così nè pur l’affanno, che in essi non pare. Chè fiorirono in quei momenti, brevi e rari, in cui l’uno moriva e l’altra non era; e io guardava, un poco stupito, intorno a me, con occhi velati sì ma attenti.
Pace ora dunque, fratello mio buono, se non felicità; o anche felicità, poi che l’hai e meritata, per aver con fiera virtù repugnato alla fortuna, e conquistata, per aver saputo conservare all’amore il tuo nobile cuore e ad Angiola la tua nobile vita.
- Di Livorno il dì 25 di novembre del 1887.
E fui buon profeta. Ora il fratello mio buono è allietato da due creature, Gina e Ruggiero.
Nel 1891 per le nozze del mio affettuosissimo amico Raffaello Marcovigi ripubblicai in un volu-