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nota bibliografica | 209 |
a giulio vita:
- Caro Giulio,
con gli auguri e i rallegramenti vengono a te questi tre apologhi. Che cosa hanno essi che vedere nelle tue felici nozze? Non so io; ma tu, ingegnoso giovine, potresti immaginare che io li avessi tratti da qualche codice obliato; e allora ben sai che sarebbero opportuni. Non solo: ma io potrei lodarmi d’averli copiati, come ora mi vergogno d’averli fatti; e i dotti e gli studiosi mi farebbero della loro schiera onorata. Tanto più, quanto, avendo stampata la cosa tal quale la scrissi, avrei fatta un’edizione diplomatica.
- Massa, 25 agosto 1887.
Eh? Aveva un po’ voglia di scherzare. Peraltro... anche oggi direi le stesse cose. Perchè, in fin dei conti, non dicevo nè direi già che facciano male gli eruditi, anzi pensavo e penso che fanno un lavorìo utilissimo, anzi necessarissimo, fondamentale. Solamente non è ragionevole che ne menino tanto vampo; perchè è lavorìo fondamentale bensì, ma facile; e ai lavori più facili si trovano atte più persone, e non sempre inette quelle che fanno lavori più difficili e rari.