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alberi e fiori | 189 |
Dittamo blando per la mia ferita
l’avete, o balze degli aerei monti,
dove nell’alto piange la romita
16culla dei fonti?
Bianche ai dirupi pendono le capre;
l’aquila passa nera e solitaria;
sibila l’erba inaridita; s’apre,
20sotto il pie’, l’aria.
VII
ad Ettore Toci
Quando, di maggio, tu le dolci sere
imbalsamavi co’ tuoi fiori, ornello
(era un sussurro alle finestre nere
4del paesello!);
non ti rincrebbe d’un infermo arbusto
che, mosso anch’egli da dolcezza estiva,
con le sue foglie, come cuori, al fusto
8lento saliva.
Non ti rincrebbe. Ed ora che gelata
la tramontana soffia, e che traspare
già dalle porte chiuse la fiammata
12del focolare;