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alberi e fiori | 185 |
ed al sospiro dell’avemaria,
quando nel bosco dalle cime nude
il dì s’esala, il cuore in una pia
16ombra si chiude;
e l’anima in quell’ombra di ricordi
apre corolle che imbocciar non vide;
e l’ombra di fior d’angelo e di fior di
20spina sorride.
III
a Mario Racah
Certo il signore, e la chiomata moglie,
partì pe’ campi, chè già il tordo zirla:
muto, tra un’ampia musica di foglie
4(dolce sentirla
d’autunno, a tarda notte, se il libeccio
soffia con lunghi fremiti sonori),
muto è il palazzo. S’ode un cicaleccio
8di tra gli allori;
un cicaleccio donde acuti appelli
s’alzano come strilli di piviere:
il gatto è fuori: ruzzano i monelli
12del giardiniere.