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primavera | 139 |
Razzano i vetri; l’occhio del coretto
nereggia sotto un ciuffo di vïola:
ecco la cigolante banderuola,
8gli embrici roggi del loquace tetto.
E di saluti sonano le gronde
e il chiuso, dove il cielo è vaporato
11da un rosseggiar di peschi e d’albicocchi.
E la rondine stridula risponde
alïando con lievi ombre: sul prato
14la segue un cane co’ fuggevoli occhi.
IV
Sciama con un ronzìo d’api la gente
dalla chiesetta in sul colle selvaggio;
e per la sera limpida di maggio
4vanno le donne, a schiera, lente lente;
e passano tra l’alta erba stridente,
e pare una fiorita il lor passaggio:
le attende a valle tacito il villaggio
8con le capanne chiuse e sonnolente.
Ma la chiesetta ancor nell’alto svaria
tra le betulle, e il tetto d’un intenso
11rossor sfavilla nel silenzio alpestre.