Si odano accenti di concordia, e pace.
Non più da menti altere
Si rinnovino al Ciel le antiche offese;
Ma di Padre, e di sposo amor verace
Della prima virtù conduca i giorni,
E questa Roma al suo splendor ritorni.
Dal Mar Sicano ai Mari,
I cui ghiacci ha il Britanno invan tentato
Il nome tuo a celebrar s’impari:
E del Vate Scettrato
Emulando la flebile armonia,
Ognun pietà de’ proprj falli implori.
Il sommo de’ pastori
Miri aumentarsi la diletta greggia.
Popoli immensi e vari
Gli offran l’omaggio, che negaro in pria,
E dove l’uom più imbruna, o più biancheggia
S’ergan Are, e delubri, e incensi e voti
Ti porgan fra le preci i Sacerdoti.
Canzon, che al nascer dell’Uom Dio nascesti,
Muovi con piè sicuro
Al più vile abituro,
Nè il timore ti arresti
D’essere avvolta in sì misere vesti,
Ch’ei pure è poverello, e un Dio di pace
Della vera umiltà solo si piace.