Pagina:Mussolini - Il mio diario di guerra, 1923.djvu/87


il mio diario di guerra 79

Nella tenda vicina i cremonesi Balista e Schizzi cantano una parodia del tantum-ergum. Ora la pioggia è diventata nevischio. Terzi, l’attendente del tenente colonnello Cassola, mi dà — passando — una notizia tristissima: la morte di Corridoni!

Attendo, con ansia, il giornale. L’ingegnosità dei soldati italiani si rivela nelle trincee. Avere una candela in trincea è un privilegio, consentito soltanto agli ufficiali, e non sempre. Ma i bersaglieri hanno risolto — con la massima economia di mezzi e con la più grande semplicità di apparecchi il problema della illuminazione serale. Le notti sono ora così lunghe! Si prende una scatola di carne in conserva vuota. Si versa dentro un po’ d’olio di scatola di sardine, insieme a un po’ di grasso liquefatto della scatoletta di carne. Colle pezze da piedi — debitamente sfilacciate — si fa lo stoppino che si immerge nell’interno, mentre una delle sue estremità esce fuori da un buco praticato verso il fondo della scatola. Si accende e se lo stoppino è bene inzuppato, si ottiene una luce un pochino più scialba di quella di una lampada ad arco, ma sufficiente per leggere e scrivere una lettera. Provare per credere.


2 Novembre.


Corridoni è caduto sul campo di battaglia. Onore, onore a Lui! Scrivo alcune righe per il Popolo dedicate alla sua memoria. Ho comunicato la