Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
il mio diario di guerra | 75 |
un braccio nettamente asportato da una scheggia. Solo ieri sera, dopo una iniezione di caffeina, praticatagli al posto di medicazione, riprese i sensi. Volle abbracciare e baciare il capitano. Gli austriaci sparavano a granata. Alzo zero. Distanza 300 metri.
· | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · | · |
I miei commilitoni ignorano completamente le vicende e i successi dell’offensiva italiana sugli altri punti del fronte. Siamo in due a leggere i giornali. Io e il caporale Vismara, che riceve l’Italia. Mi domando: «Perchè non si pubblica e non viene diffuso fra le truppe combattenti — composte oggi di soldati in grandissima maggioranza alfabeti — un Bollettino degli Eserciti d’Italia? Bisettimanale o trisettimanale, il Bollettino dovrebbe contenere i Comunicati del nostro Esercito e quelli delle Nazioni Alleate, unitamente a qualche articolo e racconto di episodi di valore, atti a tenere elevato il morale delle truppe».
30 Ottobre.
Notte agitata. Ieri sera gli austriaci hanno fatto esplodere una mina di proporzioni enormi. Pareva che tutta la montagna dovesse «saltare». Le signorine impiegate del Credito Italiano — Sezione di Milano — mi hanno mandato due grossi pacchi di indumenti di lana. Prima novità gentile di questa mattinata grigia di pioggia a raffiche.