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34 benito mussolini

Non è buono il vino del colonnello, ma in mancanza di meglio...

Ho chiesto e ottenuto di passare alla 7ª compagnia per essere insieme col tenente Giraud.

Alcuni bersaglieri, addetti al Comando, mi manifestano le loro meraviglie per il mio rifiuto.

— Sono alla guerra per combattere, non per scrivere! —

Risalendo il monte, passo vicino alle cucine. C’è un enorme 305 non esploso. Poco lungi un cadavere di austriaco, abbandonato. Il morto stringe ancora fra i denti un lembo di bavero della sua tunica che — strano! — è ancora intatta. Ma sotto, attraverso la carne in putrefazione, si vedono le ossa. Gli mancano le scarpe. Si capisce! Le scarpe degli austriaci sono molto migliori delle nostre. Poco prima di arrivare alla trincea, incontro Giraud col mio nuovo capitano, Adolfo Mozzoni. Gli riferisco il mio colloquio col colonnello. Si congralula del mio rifiuto che giudica «nobilissimo».

— Anch’io sono un po’ giornalista, — mi dice, — e faremo insieme un giornale delle trincee...


21 Settembre.


Sono andato a salutare gli amici dell’8ª compagnia.

Trovo il capitano Vestrini, ferito una seconda volta da pallottola che gli ha attraversato la guancia. Se ne va alfinfermeria.

Tornando dal Comando del battaglione, mi consegnano un giornale vecchio di quattro giorni.