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Nelle poche parole è tutta l'anima della donna semplice e stupenda.

Margherita e Cesare Sarfatti si esprimono così:

«Salutiamo il caro amico, l’eroico combattente, ammirati, trepidanti, auguranti».

E il Dottor Risi:

«Saluto le tue gloriose ferite che in idealità nobilissima leniscono e guariranno».

E l’on. Bossi, da Genova:

«Personalmente e per il Comitato nazionale antitedesco, auguro fervidamente di rivederti presto più che mai valida guida nelle lotte del fronte interno, non meno importante del fronte esterno, dove ti temprasti ed emergesti tanto».

Ma uno spoglio completo è impossibile.

Vedo, tra gli altri, dispacci assai affettuosi del tenente medico dottor Alberto Mostari — ferito insieme a Mussolini nel tragico accidente di guerra — ; del collega Uccelli del Corriere della Sera, dell’avv. Ermanno Jarach di Milano, del compagno Calassi, di Giampaolo Manfredi da Castel di Sangro: di un numeroso gruppo di amici di Roma; del Gruppo socialista torinese dissidente, della Sezione repubblicana milanese, dei Socialisti dissidenti di Firenze, della Lega antitedesca di Milano, dei giornalisti romani e milanesi, della «Fratellanza Fratti» di Forlì, della «Stampa periodica», dei «Fascisti milanesi», dell’ing. Vaisecchi, di