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Al capezzale di Benito Mussolini
Corrispondenza di Sandro Giuliani al Popolo d'Italia
Dal Carso, 1° Marzo
L’altra sera, dal Popolo d’Italia, ho appreso il tragico incidente di guerra che per poco non costò la vita al nostro valoroso combattente.
La mia trepidazione, il mio dolore furono il dolore e la trepidazione vostra. Non occorre che ve ne scriva.
Poco più tardi potevo procurarmi dei giornali di Roma. Si diceva che le ferite di Mussolini erano molte, ma non gravi; mi tranquillizzai un poco; non tanto però da saper rinunciare all’istintivo proposito di correre da Lui, di abbracciarlo, di avere una più esatta e sicura idea del suo male.
Chiesi ed ottenni subito il necessario permesso notevole cortesia della quale sono assai grato al Direttore della mia unità.
Dove fosse l’Ospedaletto 46 non fu possibile saperlo. Non risultava che esso esistesse. Pensammo ad un errore. Convenimmo nel credere che si trattasse del 046, in funzione presso Cormons. E la mattina dopo partii.