Pagina:Mussolini - Il mio diario di guerra, 1923.djvu/209


il mio diario di guerra 199


Gli ho accennato alle polemiche suscitate dalla mia licenza invernale e gli ho chiesto se sarebbe pronto a rendermi testimonianza.

— Prontissimo — egli mi ha risposto. — Direi la verità, che cioè, io l’ho visto dal primo giorno ad oggi, sempre in prima linea. —

Erano presenti altri ufficiali.

Scrivo queste righe alla luce fumosa di uno scaldarancio, nella più inverosimile delle posizioni. Nel crepuscolo, si addensano lo nubi sciroccali. Bombe.


27 Dicembre.

Stanotte abbiamo rinforzato la nostra linea di reticolati. Fra le 22 e le 23 c’è stato un bombardamento reciproco assai violento. Mattina nebulosa, ma chiara. Mi affaccio al parapetto della nostra trincea. Ci sono di là, a poche diecine di metri, due soldati austriaci che conversano tranquillamente in piedi. Più lontano, un altro soldato, fa, non meno tranquillamente, la sua «toilette» mattinale. Si leva la giubba, il corpetto, la camicia; si spidocchia. A operazione ultimata, un lungo stiramento di braccia, un’occhiata in giro, poi se ne torna lentamente alla tana. Io constato che da un mese non mi lavo la faccia. L’acqua del lago è sospetta. L’acqua che giunge colle ghirbe e che bisogna prelevare con un «bono», è troppo rara per sciuparla a lavarsi la figura.

E’ finito or ora un bombardamento intensissimo,