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il mio diario di guerra 193

no di una bomba. Fu lui che mi disse: — Dottore, tagli! — Gli feci un’iniezione e gli tagliai la gamba. Quel ferito, di cui ricordo ancora il nome, Fumagalli, se ne andò come era venuto, senza un lamento. Le ferite più gravi sono quelle prodotte dallo scoppio di granate, specie se di grosso calibro. Quelle di pallottola — fucile, mitragliatrice, shrapnel — sono spesso intelligenti. —

Oggi, primo giorno d’inverno, secondo l’astronomia, si annuncia con un sole scialbo. Verso il mare c’è una cortina di nubi temporalesche. Da qualche giorno l’artiglieria nemica è inoperosa. La nostra, invece, è sempre attivissima. Sono centinaia e centinaia di granate che cadono quotidianamente sulle posizioni nemiche.

Pare ormai sicuro che l’avanzata è sospesa. Se si fosse potuto dare all’Austria una risposta sul genere di quella data dalla Francia alla Germania!


22 Dicembre.

Gli austriaci ci bombardano regolarmente tutte le sere con cannoncini da trincea, che gettano bombe dallo scoppio formidabile come di un 305.

Tempo nebuloso, ma non piove. Nella mattinata, silenzio delle artiglierie. Anche la nostra tace. Le bombe di ieri sera (ne hanno lanciate oltre trecento) hanno fatto alcune vittime.