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il mio diario di guerra 157

un attimo e poi era il solito vasto scrosciare di pallette, di ramaglie. Certe spolette avevano nel sibilo qualche cosa di umano.

Sette shrapnels si abbatterono sul solo nostro albero e non ci ferirono. Alcune pallette vennero a schiacciarsi contro il nostro «elmo» o cagnom, come diciamo noi, nel gergo di guerra. Alla mattina, spostandoci altrove, gettammo un’occhiata d’addio all’albero che ci aveva salvato e che ora profila — melanconico — il suo tronco spogliato.

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Mussolini.