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154 | benito mussolini |
14 Maggio.
Ho trascorso un pomeriggio pieno di gioia e di schietta fraternità. Alcuni soldati minatori del 5° Genio mi hanno invitato a un amicale simposio nel loro accantonamento che è a due passi dal nostro. I commilitoni del Genio ci hanno preparato un banchetto quasi sontuoso. Ho trascorso sette ore bellissime. Abbiamo parlato di guerra, di politica, di vittoria. Alla fine, per suggellare il ricordo della bella giornata e il vincolo nuovo dell’amicizia, ci siamo scambiati dei messaggi. Non trascrivo il mio perchè non lo ricordo, ma mi piace di riportare quello dei miei commilitoni del 5° Genio, in quanto può documentare del «morale» dei soldati italiani dopo un anno di guerra.
Eccolo:
«A Benito Mussolini, che intese la voce delle fumanti rovine del Belgio martire e della Francia invasa e fu assertore fecondo dei diritti della civiltà contro la forza bruta, con ammirazione di italiani, con affetto di commilitoni».
Cap. magg. Nicola Pretto — Ramella Evaristo — Giuseppe Canepari — De Bernardi Edoardo — Serg. Salvadori Alceo — Ceccali Napoleone — Vincenzo Maffei. |
E’ un documento che conserverò fra i più cari ricordi della mia vita.
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