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taria che dall’alto di una rupe scoscesa domina il paese, nel fumo delle nostre cucine apprestate dietro un costone perpendicolare, che forma — come mi dice un competente — un angolo morto totale. Oggi, nel paese, ce più silenzio e più ordine. Le sentinelle vigilano agli accantonamenti. Anche Comeglians — come tutti gli altri paesi della Carnia è senza uomini giovani. Si vede qualche vecchio; molti bambini e donne. Ho avuto occasione di conoscere il Sindaco che è proprietario di un albergo.

— Sono lieto — egli mi dice — di averlo avuto mio ospite e conto di rivederlo a guerra finita. —

Parlo con un innamorato della montagna:

— Quando — egli dice — sono giunto alla più alta vetta, mi par di essere il re dei re...


30 Aprile.

Sveglia prestissimo. E’ ancora notte. Zaino in spalla. Da Comeglians a Villa Santina ci sono 13 km. e 800 metri. Arriviamo a Villa Santina verso le sei e ci fermiamo in un prato nelle vicinanze della stazione per consumare il rancio unico. Il sottotenente avv. Antonino Isola, catanese, viene a cercarmi. Ci vediamo per la prima volta, ma ci conosciamo — epistolarmente — da molto tempo. E ufficiale al 3º fanteria, composto esclusivamente di siciliani.

— Ottimi elementi, e non lo dico per regionalismo! I miei piccoli siciliani hanno dato e daran-