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benito mussolini 139

vagnist. Silenzio fatto d’attesa. Poi una voce ha gridato:

— All’armi! —

Alzarci, armarci, riempire il tascapane di cartucce è stato l’affare di un minuto primo. Siamo discesi in attesa di ordini. Mentre i minuti passavano senza ordini, io osservavo i miei commilitoni. I giovani tradivano una certa emozione, erano impazienti e temevano di giungere in ritardo a portare soccorso ai «fratelli» attaccati in prima linea, ma i vecchi, invece, se ne stavano calmi, quasi impassibili e forse un po’ scettici... Più previdenti dei giovani, non avevano dimenticalo il pane, e nemmeno la cicca. Falso allarme?

Già: falso allarme. Ci rigettiamo a terra, armali, per essere pronti al primo appello.

14 Aprile.


Pomeriggio di intenso bombardamento. Proiettili di tutti i calibri infuocano l’aria. Gli austriaci si svegliano. La psicologia del vecchio soldato dinanzi al cannone è in queste espressioni. Se è un colpo isolato, il soldato si limita ad osservare:

— E’ il buon giorno! Il buon appetito! La buona sera! —

Se i colpi sono frequenti, vi presta una certa attenzione. Di dove vengono? Ad ogni scoppio, si dice:

— E’ un 75! Un 155! Un 280! Un 305! — Difficile sbagliare. L'orecchio è abituato.