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benito mussolini 127

Picco di Giramondo che appare come un «Termine » gigantesco posto dalla natura per segnare i contini d’Italia. Verso le 10 il solito Taube è venuto sulle nostre posizioni.

Quantunque fosse molto alto, abbiamo fatto fuoco egualmente. Dopo il secondo rancio, quando scendono dai monti le prime ombre della sera, mentre sulle cime si attarda la luminosità del crepuscolo, i soldati si riuniscono e cantano in coro. Sono vecchie canzoni semplici di parole e di melodia, che si prestano al canto a più voci.

Ieri nel mio blockhouse» venne cantato il Lamento del soldato per la morte della fidanzata.

Ecco le parole. I versi sono rozzi, ma c’è in essi una fresca vena di sentimento:

Trenta mesi che faccio il soldato

E una lettera mi vedo arrivar.

Sarà forse la mia amorosa
Che ho lasciata nel letto ammalà.

A rapporto, signor capitano,
Se in licenza mi vuole mandar.

In licenza ti manderia
Purché ritorni da bravo soldà.

Glielo giuro, signor capitano,
Che ritorno da bravo soldà.

Quando giungo vicino al paese,

Le campane io sento a suonar.